Il Pct ha creato il varco. Ora il prossimo passo: con la digitalizzazione cresce la redditività degli studi

Dall’obbligo digitale alle attività market oriented: cresce la percentuale di studi professionali (parliamo delle professioni giuridiche d’impresa) che guarda sempre di più all’Ict (Information and communication tecnology) come elemento di crescita professionale e sviluppo della propria attività.

Due i fattori trainanti: il primo è indotto dalla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e dalla informatizzazione dei procedimenti. Sempre di più l’opzione “digitale” non è facoltativa. Si pensi al processo civile telematico (vedi oltre), che è una realtà consolidata, a partire da gennaio 2017 al processo amministrativo telematico e anche al processo telematico tributario, in fase sperimentale.

Si pensi, ancora, alla fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione, o all’accettazione dei pagamenti tramite dispositivi elettronici, all’utilizzo di smart card e di firme elettroniche per interagire con la pubblica amministrazione in qualità di clienti o intermediari. E in rampa di lancio ci sono altri adempimenti quali la fatturazione elettronica B2b, il registro telematico dei corrispettivi, l’identità digitale, la firma grafometrica.

Il secondo fattore è la sempre maggiore consapevolezza della innovazione quale variabile strategica di sviluppo della professione. Sempre più studi professionali iniziano ad apprezzare il “ritorno” in termini di aumento del fatturato del proprio investimento in tecnologia.

In questo articolo vorremmo fornire qualche spunto di riflessione sulle opportunità offerte dalla trasformazione digitale avvalendoci di una importante lente di ingrandimento: il lavoro di analisi finora condotto dall’Osservatorio Professionisti e Innovazione digitale del Politecnico di Milano.

Abbiamo chiesto al Direttore Claudio Rorato non solo di aiutarci a scattare una fotografia dello stato dell’arte nel rapporti tra Avvocati e Innovazione digitale, ma anche di introdurci ai meccanismi di pianificazione, organizzazione e implementazione funzionali ad una progressiva digitalizzazione dello studio legale e/o della propria attività.

E’ probabile che molti di voi abbiano già pensato e/o stiano pensando alle stesse soluzioni: tante riflessioni sono infatti frutto di buon senso che per essere realizzate al meglio hanno bisogno solo di qualche buon consiglio strutturato e validi tools.

In secondo luogo, in questo articolo vorremmo aggiornarvi sui dati del Ministero della Giustizia sulla progressiva espansione delle attività del processo civile telematico: sono dati positivi e non c’è dubbio che il merito vada ascritto anche a voi, Avvocati.

“Il digitale è una opportunità per lo studio legale: un approccio graduale e pianificato è una leva vincente” – Claudio Rorato – Polimi click to Twitter

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Da un punto di vista generale, dividendo in cinque cluster i 150mila studi professionali stimati operanti sul territorio, l’Osservatorio Professionisti e Innovazione digitale del Politecnico di Milano ha rilevato che ancora il 48% appartiene alla categoria – sempre digitalmente parlando- del “periferico seduto” (limitata alfabetizzazione digitale- ambiente statico- economia di riferimento modesta); poi ci sono “gli efficienti miopi” (10%) (atteggiamento di tipo conservativo); i “benestanti ricettivi” (17%) (buoni indicatori di perfomance e interesse nella formazione orientata alla digitalizzazione), i “innovatori caotici (11%) (elevata propensione agli investimenti in tecnologia ma senza pianificazione; reattivi alla contingenza economica) e poi le “avanguardie strutturate”: quel 14% di studi che dedicano più del 28% del budget ICT a progetti realmente innovativi, sono interessati alla formazione specifica ed hanno proceduto seguendo un piano pluriennale ben definito.

Spostando l’obiettivo sugli studi professionali interessati da Progetti innovativi digital based, e focalizzando l’analisi su un campione significativo di 145, la ricerca ha rilevato che nel 74% dei casi la digitalizzazione ha riguardato la efficienza interna ( digitalizzazione e archiviazione documentale, firma grafometrica su tablet, document sharing); nel 87 % dei casi (per lo più Avvocati) ha investito i rapporti con i clienti (portali di condivisione, newsletter, document sharing); nel 55% invece si fa innovazione di prodotto (portali di formazione a distanza, soluzioni mobile, acquisizione di informazioni di banche). Gli Avvocati in particolare, poi, hanno dimostrato di essere molto attivi nella formazione digitale interna, e rappresentano il 9% del 3% del totale.

Gli Avvocati investono in progetti digitali per sviluppare il rapporto con i clienti: portali, siti web, newsletter – Dati Osservatorio Polimi click to Twitter

In secondo luogo, il digitale non è visto esclusivamente come fattore organizzativo ma anche come segmento di business sotto due aspetti: come modalità di svolgimento della professione e come oggetto specifico della prestazione professionale.

Sotto il primo aspetto la ricerca evidenzia che il 51% degli studi intervistati è interessato alla consulenza on line se pur per ragioni diverse: il 47% per aumentare la visibilità; il 29% per acquisire nuova clientela; il 18% per fidelizzarla; il 9% per aumentare il fatturato dello studio.

Al proposito, secondo l’Osservatorio, sta emergendo una reciproca influenza tra l’andamento del fatturato/redditività e l’adozione di tecnologie all’interno degli studi.

Gli studi che dichiarano una crescita in doppia cifra della crescita del fatturato e della redditività, rivelano la più elevata incidenza di tecnologie evolute (>30%) sul totale delle tecnologie presenti nello studio. Nel 2015 gli studi hanno speso oltre 1,1 miliardi di euro in tecnologie, con una media di 9 mila euro. Si tratta di cifre investite per lo più per recuperare efficienza interna e gestire le attività tradizionali: spese per firma digitale, abbonamenti a banche dati, gestione flussi telematici.

Investimenti futuri in ICT: per gli Avvocati le priorità saranno il sito Internet (40%) e i software per la gestione elettronica documentale (29%) – Dati Osservatorio Polimi click to Twitter

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Quanto alle aspettative di investimenti futuri, la domanda degli studi si sposta verso i software per la gestione elettronica documentale e la conservazione digitale a norma dei documenti dello studio (entrambi al 39%), i portali per la condivisione documentale con i clienti (34%), i siti internet (34%).

Affronteremo nei prossimi giorni il rapporto tra Innovazione e Comunicazione.

Passiamo ad analizzare il livello di espansione del Processo civile telematico.

La consultazione on line di fascicoli e registri è ormai una pratica acquisita; si fa a due cifre l’ incremento dell’andamento dei depositi telematici di atti processuali; ma sono ancora timidi i pagamenti on line.

L’anno che si sta chiudendo è stato caratterizzato da una accelerazione sul fronte della Giustizia telematica. Soffermandoci sul tema del Processo civile telematico (il primo processo che è stato oggetto di una ampia telematicizzazione), gli ultimi dati del Ministero della Giustizia – aggiornati al 30 ottobre scorso – parlano di un vero e proprio exploit anche grazie agli Avvocati ed agli altri professioni che si interfacciano con le cancellerie giudiziarie e i magistrati.

Fissate in mente questa cifra: quasi 8 milioni (7.837.192, per l’esattezza) gli atti ricevuti telematicamente (da novembre 2015 a ottobre 2016 + 13), di cui 426.087 ricorsi per decreto ingiuntivo; 6.118.119atti endo-procedimentali- 1.292.986 atti introduttivi. In un anno quindi più di un milione e duecentomila procedimenti civili sono nati digitalmente.

L’ambito processuale maggiormente interessato è il contenzioso, seguito dai procedimenti di esecuzione, dalle materie lavoro e fallimentare; percentuali ancora basse per la volontaria giurisdizione.

Gli avvocati iscritti nel registro generale degli indirizzi elettronici oltre 252.947 di cui 235.673 con indirizzo di PEC (93%).

I magistrati hanno depositato oltre 4 milioni e 200mila atti di cui:1.280.088 verbali di udienza; 411.359decreti ingiuntivi; 278.008 sentenze. In un anno, l’8% in più.

Infine sono state quasi 18milioni e mezzo le comunicazioni elettroniche, peraltro attivate in tutti i tribunali e corti d’appello, che in sostituzioni delle comunicazioni postali hanno permesso un risparmio di circa 64 milioni (stimato).

Gli avvocati indubbiamente hanno preso molta dimestichezza con la consultazione on line di registri e fascicoli: infatti sono 7milioni gli accessi al giorno, anche tramite App mobile; dimostrano ancora una certa timidezza nei pagamenti telematici che sono stati circa 133mila600, per un incasso totale di 26milioni 870 mila euro.

Per prendere contezza dei servizi via web che l’amministrazione giudiziaria mette a disposizione consigliamo la lettura del documento predisposto dal Ministero della Giustizia sul Portale dei servizi telematici.

(Altalex, 19 dicembre 2016. Articolo di Claudia Morelli)

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*Avvertenza: I dati sono riferiti alle professioni di Avvocato, Commercialista e Consulenti del lavoro, tenendo conto che di coloro che hanno risposto al questionario il 32% è Avvocato.

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