Avvocati e antiriciclaggio: il vademecum del CNF

La Commissione antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ha elaborato una guida, in forma di FAQ, che illustra gli adempimenti prescritti per gli avvocati dalla normativa antiriciclaggio (D. Lgs. 231/2007).

Il documento chiarisce anzitutto che le disposizioni antiriciclaggio si applicano agli avvocati solo nei seguenti casi (art. 12):

  • quando compiono in nome o per conto del proprio cliente qualsiasi operazione di natura finanziaria o immobiliare, o
  • assistono il proprio cliente nella predisposizione o realizzazione di operazioni riguardanti:
    • il trasferimento a qualsiasi titolo di diritti reali su beni immobili o attività economiche;
    • la gestione di denaro, strumenti finanziari o altri beni;
    • l’apertura o la gestione di conti bancari, libretti di deposito e conti di titoli;
    • l’organizzazione degli apporti necessari alla costituzione, alla gestione o all’amministrazione di società;
    • la costituzione, la gestione o l’amministrazione di società, enti, trust o soggetti giuridici analoghi.

La normativa impone agli avvocati i seguenti adempimenti:

  • obbligo di identificazione del cliente e del cd. “titolare effettivo”;
  • obbligo di registrazione e conservazione dei dati relativi al cliente;
  • obbligo di effettuare una segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria (“UIF”) istituita presso la Banca di Italia, qualora l’avvocato sappia, sospetti o abbia motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo;
  • obbligo di formazione del personale e dei collaboratori;
  • obbligo di segnalare al Ministero dell’Economia trasferimenti di denaro contante effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 3.000 Euro.

Gli adempimenti antiriciclaggio non si applicano alle prestazioni svolte in ambito giudiziale né all’attività di recupero crediti; non si applicano neppure nelle cause di separazione e divorzio, salvo che le parti pervengano ad un accordo che preveda una delle attività indicate dall’art. 12 (ad es. un trasferimento immobiliare).

La guida chiarisce quando e con quali modalità si concretizza per l’avvocato l’obbligo di identificazione del cliente; per “cliente” si intende il soggetto al quale l’avvocato rende “una prestazione professionale a seguito del conferimento dell’incarico”.

L’identificazione va effettuata al momento in cui vi è l’accettazione dell’incarico di svolgere una prestazione professionale o entro il momento in cui l’avvocato inizia a svolgere la prestazione professionale a favore del cliente, se precedente.

Altri utili chiarimenti riguardano le modalità di registrazione e di tenuta dell’archivio dei clienti identificati, i rapporti tra gli adempimenti antiriciclaggio e la normativa sulla privacy, il regime sanzionatorio previsto per le violazioni delle norme antiriciclaggio.

Riguardo all’obbligo di segnalazione di operazioni sospette, il vademecum si sofferma in particolare sugli Schemi di Anomalia predisposti dall’UIF e sugli Indicatori di Anomalia previsti dal Decreto del Ministero della Giustizia 16 aprile 2010.

Gli indicatori possono essere collegati al cliente, alle modalità di esecuzione delle prestazioni e alle modalità di pagamento, alla costituzione e all’amministrazione di società, trust ecc., a particolari operazioni contabili e finanziarie.

In calce alla guida sono allegati i seguenti modelli:

  • schema di registro cartaceo;
  • schema di informativa al cliente;
  • modello di valutazione del rischio.

Il Cnf ricorda infine che entro il 26 giugno 2017 gli Stati Membri UE dovranno recepire la cd. Quarta Direttiva Antiriciclaggio (direttiva UE 2015/849).

(Altalex, 6 dicembre 2016)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *