La composizione negoziata di un gruppo societario

La valutazione cui è chiamato il Tribunale ai sensi dell’art. 19CCII ha ad oggetto la meritevolezza della conferma delle misure protettive da ravvisare nella funzionalità delle misure rispetto alla salvaguardia di trattative serie in corso con il ceto creditorio tenuto conto del pregiudizio che l’adozione delle misure protettive possa arrecare ai creditori attinti. Per altro verso, il vaglio giudiziale deve poter escludere che le misure protettive siano incapaci di supportare la conduzione delle trattative ovvero che siano sproporzionate rispetto al pregiudizio concretamente arrecato ai creditori, circostanza già riconosciuta come presupposto per la revoca delle misure ai sensi dell’art. 19, comma 6 CCII. Questo è quanto disposto dal Tribunale di Padova con l’ordinanza del 2 marzo 2023.

Il diritto di accesso agli atti concerne il documento materiale non le informazioni detenute dalla PA

Il diritto di accesso ex art. 22L. n. 241 del 1990 concerne documenti amministrativi già esistenti in ‘rerum natura’e nella disponibilità della pubblica amministrazione mentre le informazioni, pur possedute dalla pubblica amministrazione, non sono liberamente accessibili fintanto che esse non abbiano formato oggetto di specifici documenti amministrativi. Lo stabilisce il Tar Calabria, sez. II, sentenza 7 marzo 2023, n. 343.

Nullità della procura e inammissibilità dell’appello: la sentenza del Tribunale di Catanzaro

Il vizio della procura alle liti, eccepito dalla parte, determina l’onere della controparte di contraddire tempestivamente, essendo preclusa la concessione del termine, ex art. 182, co. 2, c.p.c., da parte del giudice. La nullità della procura alle liti, colpendo un presupposto processuale necessario ai fini della valida costituzione del giudizio, determina l’inammissibilità dell’appello. È quanto si legge nella sentenza del 2 marzo 2023 del Tribunale di Catanzaro.

Pedone molto imprudente muore investito: giusto condannare l’automobilista?

Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la condanna inflitta al conducente di un’autovettura per aver provocato la morte per investimento di un pedone, la Corte di Cassazione penale, Sez. IV, con la sentenza 17 aprile 2023, n. 16108 – nell’accogliere la tesi difensiva secondo cui erroneamente i giudici avevano proceduto alla ricostruzione fattuale della vicenda, anche sotto il profilo della prevedibilità dell’evento avuto riguardo all’area di rischio che la norma asseritamente violata sarebbe intesa a prevenire – ha ribadito che il principio di colpevolezza impone una verifica più complessa, su piani diversi, riguardanti l’accertamento in concreto della sussistenza della violazione – da parte del soggetto che riveste una posizione di garante – di una regola cautelare (generica o specifica), del nesso causale tra la condotta ascrivibile al garante e l’evento e della prevedibilità e evitabilità dell’evento dannoso che la regola cautelare violata mira a prevenire.