Phishing: è il correntista che deve provare il furto dei dati di accesso al conto on line

Con sentenza del 14 aprile 2023, il Tribunale di Savona ha respinto la domanda risarcitoria di un correntista per bonifici bancari dallo stesso disconosciuti. Ad avviso del Tribunale, quando la sequenza causale che ha determinato il danno sia stata innescata dalla disponibilità dei dati di accesso al conto corrente (nome utente e password) del correntista, senza che sia stato possibile accertare la concreta modalità con la quale i terzi ne sono venuti in possesso, deve presumersi la colpa del correntista medesimo che ne aveva esclusiva disponibilità e custodia.

Il sottile confine tra diffamazione e diritto di critica del potere pubblico

La Quinta Sezione penale della Cassazione, con la sentenza 2 maggio 2023, n. 18056, ritorna sul labile confine tra il legittimo esercizio del diritto di critica e il delitto di diffamazione, qualora la persona offesa sia un esponente della pubblica amministrazione. I giudici di legittimità si soffermano sulla veridicità del fatto e della condotta fatta oggetto della critica diffamatoria e ribadiscono il principio di diritto secondo cui la critica deve essere valutata in relazione ai contesti nella quale viene espressa, assumendo particolare valore, ai fini dell’applicabilità della scriminante dell’esercizio di un diritto, la differente responsabilità e funzione esercitata dal soggetto a cui la critica è rivolta.

Riforma Cartabia: non si applica alle controversie tra genitori insorte prima del 28 febbraio 2023

La risoluzione delle controversie sull’esercizio della responsabilità genitoriale, introdotte prima del 28.2.2023, è regolata dall’art. 709 ter c.p.c. e non dalle norme introdotte agli artt. 473 bis e ss c.p.c. dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (c.d. “Riforma Cartabia), in quanto la nuova disciplina, ai sensi della disposizione transitoria di cui all’art. 35, primo comma, si applica ai procedimenti instaurati a partire dall’1 marzo 2023. A confermarlo è il Tribunale di Verona con ordinanza del 5 maggio 2023.

Primario licenziato dopo la pubblicazione di articoli denigratori: violata la CEDU

Pronunciandosi su un caso “azero” in cui si discuteva della legittimità delle decisioni dell’autorità giudiziaria di respingere le azioni giudiziarie intentate da una donna, licenziata come primario di un ospedale pubblico a causa di articoli di stampa in cui si diceva che la stessa non era idonea a tale incarico per essere la sorella di un uomo che aveva partecipato al tentativo di colpo di stato qualche anno prima, la Corte EDU ha ritenuto, all’unanimità, che vi fosse stata la violazione dell’art. 8CEDU (diritto al rispetto della vita privata) (Corte EDU, Sez. I, 27 aprile 2023, n. 6950/13).