Azione revocatoria fallimentare: quando l’esenzione per i pagamenti effettuati nei termini d’uso?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11357/2023, ribadisce come la stato di insolvenza del debitore nel c.d. periodo sospetto sia oggetto di una presunzione iuris et de iure che, come tale, non ammette prova contraria incombendo sul giudice il solo dovere di verificare se in tale periodo si siano manifestati esteriormente i sintomi della crisi e la loro percezione da parte dell’accipiens. Inoltre, ai fini dell’esenzione il “rinvio ai termini d’uso” concerne le modalità di pagamento riferite al rapporto tra le parti e non alla prassi del settore. Con la conseguenza che se il ritardo nel pagamento nei termini pattiziamente stabiliti sia diventato una consuetudine, in assenza di una specifica reazione della controparte, tale prassi prevale rispetto al regolamento negoziale.

Permesso in sanatoria: necessaria la doppia conformità agli strumenti urbanistici

Con la sentenza n. 93 del 2023 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, in riferimento all’art. 117, commi 2, lett. l), e 3, Cost., dell’art. 66 della legge reg. Umbria n. 11 del 2005, nella parte in cui introduce un regime di stabilità per gli edifici “provvisori” realizzati in sostituzione degli immobili abitativi e produttivi danneggiati dal sisma, poiché il mero riscontro della conformità del bene allo strumento urbanistico vigente al momento della presentazione della domanda di “regolarizzazione” rende la disciplina contraria al requisito della doppia conformità di cui all’art. 36 t.u. edilizia, che costituisce principio fondamentale nella materia del governo del territorio nonché norma fondamentale di riforma economico-sociale.